Fisco

Buoni pasto cartacei e elettronici: ecco le novità per il 2020

Nella Manovra 2020 sono stati inseriti anche i buoni pasto. La modifica è prevista nel pacchetto denominato Tax Expenditures e che riguarda detrazioni e deduzioni di vario genere. Stando al documento di bilancio per i buoni cartacei l’esenzione sarà prevista solo fino a 4 euro rispetto ai precedenti 5,29€ mentre arriverà fino ad 8 euro per quelli elettronici.

Cosa prevede la legge approvata a fine 2019?

La legge di bilancio è stata approvata in via definitiva lo scorso 23 dicembre ma è rimasta in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Le novità apportate dalla manovra sono tantissime e hanno l’obiettivo principe di contrastare l’evasione e digitalizzare i pagamenti che diventano così più certi e tracciabili. Tra gli aspetti interessati dalla riforma vi è sicuramente anche quello delle esenzioni fiscali, i benefit ed il welfare aziendale con sostanziali modifiche su auto aziendali, buoni pasto ecc…

Quanto ai buoni pasto, per l’appunto, le modifiche messe in atto favoriscono di gran lunga quelli virtuali e ora vediamo perché. Se per i buoni cartacei il limite passa da 5,29€ a 4,00€ , diminuendo di oltre un euro, per i buoni elettronici sale da 7,00€ a 8,00€. Questa modifica si annovera nell’obiettivo della maggioranza di favorire l’utilizzo dei pagamenti elettronici che sono i veri protagonisti di questa manovra.

Perché questa modifica?

Le motivazioni sono di facile intuizione. Da un lato i pagamenti elettronici sono tracciabili mentre dall’altro ostacolano efficacemente l’evasione fiscale. I buoni cartacei sono utilizzabili anche da persone che non ne sono titolari eludendo i controlli fiscali e complicando la gestione amministrativa. Al contrario i buoni virtuali non consentono utilizzi illeciti e, per questo, riducono anche le spese di accertamento e controllo da parte delle autorità preposte.

Questa modifica è il leit-motive di tutta la riforma se si pensa al funzionamento previsto, per esempio, dalla lotteria degli scontrini. Con questa riffa di Stato, infatti, ad avere maggiori possibilità di vittoria sono i consumatori che pagheranno con carta di credito, carta prepagata o bancomat. La riforma si applicherà, in teoria, ai buoni pasti consegnati entro la fine del mese di gennaio 2020 ma si dovrà attendere la conferma dell’Agenzia delle Entrate per la piena esecuzione del provvedimento.

Cosa resta invariato?

Restano intoccate le indennità sostitutive di somministrazioni di vitto per gli addetti dei cantieri edili e per strutture lavorative temporanee. Allo stesso modo le aziende che prevedono mense organizzate private, anche gestite da terzi, non sono soggette a limiti fiscali. Lo stesso vale per le convenzioni con tavole calde e ristoranti.

Stando a quanto dichiarato dall’Agenzia delle entrate, il regime di favore per i buoni virtuali è assicurato solo quando questi sono predisposti in maniera ottimizzata da parte dei datori di lavoro. Difatti se i buoni sono rilasciati solo a dipendenti che lavorano durante un determinato orario a cavallo dei pasti il sistema resta efficiente e non prevede ulteriori restrizioni a danno della collettività.

Pur essendo in forma virtuale l’Agenzia ribadisce che il buono non è cedibile o cumulabile e che non è assolutamente commercializzabile o convertibile in denaro. Per questo l’inventivo sui buoni elettronici vuole anche spingere i cittadini a farne un uso più corretto.

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